Accompagnati dagli assistenti sociali, raggiungiamo nel pomeriggio Majengo, un distretto periferico di Arusha, che accoglie principalmente donne vulnerabili costrette a tirar su i propri figli da sole perché abbandonate dal marito o perché vedove. Entriamo nelle loro case, piccole ed anguste, passando prima al vicino mercato per fare provviste di cui hanno bisogno.
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Conosciamo Wanadibi, 43 anni vedova da 5. Vende le cipolle al mercato e cerca di mantenere i suoi 3 figli, Abluasis, Almas e Shariff rispettivamente di 9, 12 e 22 anni. Il Governo Tanzaniano può garantire scuole gratuite fino alla primary (7 anni) poi sono tutte a pagamento. Motivo per il quale l’analfabetismo è molto alto.
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Jessica chiede se ci sono particolari esigenze di salute da dover affrontare. Wanadibi dice di sentirsi bene e in forze, è solo preoccupata per il figlio asmatico per il quale ha finito le medicine per le crisi asmatiche di cui soffre.
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Mentre ci rechiamo in farmacia a prendere antiasmatico e latte in polvere per un’altra donna madre, io e Jessi ci guardiamo, entrambe emozionate e orgogliose di essere “quella goccia nell’oceano”.
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Elizabeth, la nostra mediatrice linguistica locale, traduce le nostre domande in swahili. Ma poco prima di congedarci, rivolge alle Donne un ultimo pensiero, che ci arriva come un pugno nello stomaco:
“Pambana”
(forza!)