Reportage sur les Talibés

Grazie a Père SY, per avermi affidato questo reportage. 

Conoscevo la storia dei Talibé, ma vi assicuro che vivere di persona questa realtà è emotivamente piu provante.

I Talibé sono bambini che le famiglie affidano al “Marabout” guida religiosa affinché possa insegnargli il Corano in strutture finanziate dallo Stato che si chiamano “Daras”, in quanto molto più economiche delle “Internat” – orfanotrofi dove accedono solo i bambini musulmani. 

La realtà purtroppo, e spesso, assume altre forme. 

La maggior parte dei bambini Talibé vive in case “non ufficiali”, si sveglia alle 5 per studiare il Corano ma alle 8 sono gia nelle strade a mendicare. Rientrano la sera a “casa” e se non portano abbastanza soldi o riferiscono alle persone come vivono, vengono picchiati dal Marabout. 

I Talibé si riconoscono perché sono estremamente poveri, camminano scalzi e hanno sempre un barattolo in mano per elimosinare. 

Avvicinarmi a loro per le strade di Pikine, è stato impossibile. Mi urlano “Toubab” bianca, e scappano..hanno troppa paura di parlare, perfino quando gli propongo soldi! 

Il primo giorno io e Kardama riusciamo a raccogliere testimonianze solo dei passanti, concentrando la nostra attenzione su quali soluzioni proporre per arrestare questo fenomeno. I cittadini invocano un intervento più importante da parte dello Stato. 

Non demordo, così nel pomeriggio mi reco a una casa di Talibé nel mio quartiere. 
Appena entro, il cuore si frantuma nel vederli in quelle condizioni. 

Faccio fatica a sorridere, cerco di tentare un approccio..ma non parlano francese. Improvvisamente arriva il Marabout, un uomo robusto, vestito musulmano che mi dice subito che insegna il Corano ai bambini. Il suo francese è pessimo così mi faccio aiutare con la lingua. Appena capisce che volevo fare un reportage mi invita ad andare via. 

L’impotenza che si prova dinanzi a tutto questo è indescrivibile. Ho lasciato dietro quei bambini mentre continuavano a guardarmi dalla porta…come se fossi una salvezza da chi gli ha rubato la vita…ed io ero li………che invece mi allontanavo.

Non demordo, la sera mi faccio aiutare da Thioro e recuperiamo dalla strada un Talibé che era di ritorno a casa. Era solo e lo facciamo accomodare dentro. Cammina come un automa, non accenna emozioni se non una profonda stanchezza. È disposto a parlare, ma vuole i soldi ovviamente. Ci racconta che è Talibé da due anni e durante questo periodo soffre il freddo sopratutto la notte perché non ha nulla da mettersi. Mentre parla gli accarezzo le spalle, volevo farlo sentire al sicuro…. ma non reagiva. 

Ho visto tanta povertà qui in Africa, ma gli occhi spenti di questi bambini difficilmente li dimenticherò. 

*Salamalekum, Talibés! 

(*che la pace sia con voi)

 

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