Ogni volta che si arriva in Africa, si passano le prime 48 ore durante le quali bisogna realizzare dove si sta.
La mattina presto si sveglia la città e zompi dal letto perché è un tripudio di rumori tra preghiere musulmane, musica e bambini che corrono per la casa.
L’acqua è un bene più che prezioso e spesso scende a gocce, ma quando riesce a scorrere scatta quel bisogno di non sprecarla perché a breve mancherà di nuovo e banalmente… non puoi rimanere con i capelli insaponati per 3 ore!!!
Comunicare con un’altra cultura crea specialmente all’inizio quel leggero disagio di capire come approcciare senza offendere inconsapevolmente. Diventa più difficile quando si fa in un’altra lingua, come il francese, con il quale faccio sicuramente più fatica.
Il paese è il 95% musulmano che tradotto significa anche interrompere un discorso improvvisamente perché è arrivata l’ora della preghiera. E tu rimani li in silenzio mentre loro pregano a terra, cercando di gestire quell’imbarazzo che poi alla fine è solo rispetto per un’altra cultura.
La sera invece Dakar diventa un video gioco, le strade sono buie, i pedoni non si vedono e le macchine schivano ostacoli in modo millimetrico rimanendo spesso impantanate nella sabbia.
La famiglia Faye mi ha accolto come una figlia. Con i ragazzi parliamo di calcio e per compensare il loro dispiacere che l’Italia non è ai mondiali, ho accettato la loro proposta di giocare insieme una partita…non potevo smorzare il loro entusiasmo di avere un’italiana in casa!!!
Les grand-mères sono delle nonnine deliziose. Sorridono sempre e mi chiedono continuamente: “ça va?!?!”
Poi c’è Mamannah, una ragazza di 18 anni che sogna Parigi….ma per ora si accontenta di una foto all’aeroporto con l’airbus di AIR FRANCE alle spalle!
Infine c’è Mr Pape, un uomo semplice e umile. Il mio punto di riferimento. Mi porta a vedere il monumento “de la Renaissance” a Dakar. Una statua di bronzo alta 50 mt che indica l’Oceano Atlantico, simbolo del Rinascimento africano.
E mentre andiamo via mi ringrazia perché dice che a modo mio anch’io ho contribuito a quel Rinascimento africano.. costruendo una scuola! 🙂
À bientôt!
Leggere quello che scrivi e nel modo ed entusiasmo in cui lo scrivi ci dai sempre la possibilità di respirare quell’atmosfera insieme a te. “Comunque torna presto” ….baci
Bella minu..so quanto sei felice per me! Ma tranquilla torno presto e ti stritolo di abbracci! resistiiiiiii ❤
Deve essere fantastico condividere, sotto uno stesso tetto, acqua, cibo e sogni con persone tanto diverse e tanto uguali a noi.
Sei davvero una ragazza speciale.
Felice di essere tua zia.
Zia bella, quanto hai ragione! L’Africa insegna a condividere sopratutto quello che si ha..e non quello che rimane. Davanti a un tegame possiamo mangiare a terra in 2 come in 5..non importa! La porta è aperta per tutti e sempre! Ti abbraccio fortissimo 😘